Prima segnalazione del cavedano europeo Squalius cephalus (Linnaeus, 1758) nel bacino del Fiume Tevere

Autori

  • Antonella Carosi 1. Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie, Università degli Studi di Perugia https://orcid.org/0000-0003-0513-7287
  • Lucia Ghetti 2. Servizio foreste, montagna, sistemi naturalistici, faunistica, Regione Umbria
  • Laura pompei 1. Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie, Università degli Studi di Perugia
  • Massimo Lorenzoni 1. Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie, Università degli Studi di Perugia https://orcid.org/0000-0002-8548-9487

Parole chiave:

cavedano europeo, specie introdotte, fiume Tevere, accrescimento, conservazione della biodiversità

Abstract

Viene segnalato per la prima volta nel bacino del fiume Tevere (Italia) il cavedano europeo Squalius cephalus, la cui presenza è stata rilevata nel Rio Grande d’Amelia, affluente in sinistra idrografica del fiume Tevere, in due distinti periodi di tempo relativi a campionamenti avvenuti negli anni 2011 e 2017. L’introduzione della specie aliena è molto probabilmente dovuta ad attività di ripopolamento non autorizzate condotte da pescatori locali. L’obiettivo della ricerca è quello di fornire informazioni su caratteristiche demografiche e accrescimento di una popolazione di cavedano europeo al di fuori del proprio range di distribuzione originario. In totale sono stati catturati 116 esemplari ed è stata rilevata la presenza di 6 classi di età (0+-5+). L’equazione calcolata per la relazione lunghezza totale–peso è pari a: P=0.006LT3.16. L’equazione della curva di accrescimento teorico in lunghezza è: LT=37.03(1−exp−0.239(t+0.425)). Sulla base dell’abbondanza della popolazione analizzata e della presenza di differenti classi di età, tra cui i nati dell’anno (0+), si assume che la specie si sia rapidamente acclimatata nel nuovo ambiente. I risultati ottenuti suggeriscono l’opportunità di monitorare la possibile ulteriore espansione della specie attraverso le connessioni della rete idrografica, al fine di prevenire impatti negativi sulle specie native. La presenza della specie rappresenta infatti una minaccia per le specie native congeneriche, come Squalius squalus e Squalius lucumonis, con cui potrebbero innescarsi fenomeni di competizione e ibridazione introgressiva.

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Pubblicato

2019-03-25

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