Italian Journal of Freshwater Ichtyology http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi <p>Rivista dell'Associazione Italiana Ittiologi Acque Dolci - AIIAD</p> it-IT webmaster@aiiad.it (Giuseppe Maio) webmaster@aiiad.it (Giuseppe Maio) Thu, 19 Oct 2023 12:40:00 +0200 OJS 3.3.0.11 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 Prima segnalazione di Sabanejewia Larvata (De Filippi, 1859) in Regione Basilicata http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/197 <p class="AIIAD-Testo">Questa breve nota descrive la prima segnalazione del cobite mascherato <em>Sabanejewia larvata</em> (De Filippi, 1859) nel versante ionico della Regione Basilicata (Italia Meridionale). La specie è stata osservata durante i campionamenti previsti dal Progetto FEAMP “Granchio Blu” nel mese di settembre 2020, in corrispondenza di una rete di canali artificiali all’interno del Bosco Pantano di Policoro (Comune di Policoro, MT) nel Sito Rete Natura 2000 (SIC/ZPS) IT9220055 “Bosco Pantano di Policoro e Costa Ionica Foce Sinni”. <em>S. larvata</em> è una specie endemica del distretto Padano Veneto e la sua presenza in Basilicata può essere ricondotta ad eventi di transfaunazione.</p> Matteo Nanetti, Stefano Sacchetti, Andrea Marchi, Gaetano Caricato, Gianluca Cirelli, Annachiara Pisto, Gianluca Zuffi Copyright (c) 2023 http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/197 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0200 La presenza storica e recente di Lampetra planeri (Bloch, 1784) in Abruzzo http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/203 <p>Utilizzando fonti bibliografiche e dati di presenza raccolti personalmente dagli autori, nel presente lavoro viene individuato l’areale di presenza della lampreda di ruscello <em>Lampetra planeri</em> (Bloch, 1784) che nel versante adriatico della penisola italiana è limitato al solo bacino fluviale dell’Aterno-Pescara, in Abruzzo.</p> Luciano Di Tizio, Marco Carafa Copyright (c) 2023 http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/203 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0200 Autoecologia della specie aliena Gymnocephalus cernua (Linnaeus, 1758) stabilita nel Lago di Bracciano (Italia) http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/194 <p><em>Gymnocephalus cernua </em>(acerina) è un teleosteo native dell’Europa centrale e Asia, presente sia nelle acque interne che marine. Il suo areale si è espanso negli ultimi decenni, raggiungendo la regione biogeografica mediterranea, dove è considerata una specie potenzialmente invasiva, capace di alterare le comunità ittiche. Lo scopo di questo lavoro è di analizzare la popolazione alloctona di acerina stabilitasi recentemente nel Lago di Bracciano (Italia). In particolare, parametri biologici (lunghezza, massa totale, delle gonadi e del fegato, esso, età) ed ecologici (dieta) sono stati rilevati ogni due mesi da febbraio 2021 a settembre 2021. La relazione lunghezza-peso e gli indici gonodosomatici ed epatosomatici sono stati calcolati. I risultati mostrano che le femmine hanno misure significativamente maggiori dei maschi per tutti i parametri biologici. Il periodo riproduttivo è maggio-luglio secondo l’indice gonadosomatico. Riguardo l’indice epatosomatico, si evidenziano differenze tra i valori medi mensili per le femmine ma non per i maschi. La dieta è dominante sui chironomidi per entrambi i sessi. Nell’ottica di fronteggiare l’insediamento dell’acerina nel Lago di Bracciano, le misure gestionali mirate a controllare o eradicare la specie descritte dalla letteratura scientifica sono state discusse, ma un numero esiguo di lavori si concentrano su questa specie, evidenziando una lacuna che potrebbe limitare la capacità di controllare l’espansione di acerina nelle acque mediterranee.</p> Alessandra Cera, Camilla Maradola, Massimiliano Scalici Copyright (c) 2023 Italian Journal of Freshwater Ichtyology http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/194 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0200 Presenza di microplastiche e altri inquinanti nella comunita’ ittica del Fiume Vipacco (Friuli Venezia Giulia, nordest Italia) http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/196 <p class="AIIAD-Testo">L’inquinamento da microplastiche rappresenta una tra le più dannose forme di impatto che caratterizzano l’Antropocene ed esse vengono ormai rinvenute in tutti gli ecosistemi acquatici, dai laghi alpini alle profondità marine. In virtù delle loro ridotte dimensioni, esse possono essere ingerite da organismi quali macroinvertebrati e pesci, con effetti negativi che possono riguardare il sistema digerente, la riproduzione, l’induzione di stress ossidativo, fino alla morte. Inoltre, l’ingestione di microplastiche da parte degli organismi è legata a fenomeni di bioaccumulo ed esse possono aumentare l’impatto dovuto ad altre sostanze inquinanti, quali ad esempio i contaminanti organici.</p> <p class="AIIAD-Testo">In questo contesto è stato ritenuto d’interesse indagare il contenuto in microplastiche a carico della comunità ittica in un fiume del Nordest Italia (Fiume Vipacco, Friuli Venezia Giulia). Cinque esemplari appartenenti a specie afferenti a diversi ruoli trofici sono stati sacrificati per analizzare la presenza di microplastiche nelle diverse <em>trophic guilds</em>. Le analisi si sono poi concentrate sulla specie aliena invasiva <em>Silurus glanis</em>, che rappresenta uno dei principali <em>top predators</em> per l’ambiente indagato e riveste particolare interesse per lo studio del bioaccumulo di questo ed altri inquinanti. A tale proposito è stata indagata la presenza di contaminanti organici (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (PAH) nei tessuti della specie ed è stato investigato lo stato sanitario.</p> <p class="AIIAD-Testo">Il presente lavoro si inserisce in un progetto più ampio, che si prefigge di analizzare la presenza delle microplastiche ed altri inquinanti nelle componenti biotiche degli ecosistemi lotici.</p> <p class="AIIAD-Testo"><span style="color: windowtext;">&nbsp;</span></p> Marco Bertoli, Davide Lesa, Paolo Pastorino, Serena Anselmi, Marino Prearo, Monia Renzi, Elisabetta Pizzul Copyright (c) 2023 http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/196 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0200 Check-list della fauna ittica del bacino idrografico del Fiume Livenza http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/198 <p>La definizione di una <em>check-list</em> ittiofaunistica di un grande fiume è un’attività piuttosto complessa, in ragione delle caratteristiche intrinseche dello stesso e delle oggettive difficoltà di campionamento.</p> <p>Il presente lavoro s’inserisce all’interno di un progetto europeo denominato GREVISLIN - Programma Interreg V-A Italia-Slovenia, progetto strategico interregionale co-finanziato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale, che vede coinvolte Italia e Slovenia.</p> <p>Uno degli obiettivi è stato quello di ricostruire un quadro esaustivo della fauna ittica presente nel bacino idrografico del Livenza, non solamente mediante l’impiego dell’elettropesca, ma anche attraverso l’utilizzo di altre tecniche, e il coinvolgimento di pescatori locali ed esperti del settore. La comunità ittica nel complesso risulta piuttosto articolata e consta di 45 specie di cui 33 di origine autoctona. La numerosità di specie rinvenuta riflette l’elevata diversità ambientale che caratterizza questo importante fiume italiano.</p> Marco Zanetti, Patrick Macor, Diego Galante, Paolo Turin, Francesco Nonnis Marzano Copyright (c) 2023 http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/198 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0200 Azioni concrete di conservazione per il cavedano etrusco Squalius lucumonis (Bianco, 1983) in Italia centrale http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/200 <p class="AIIAD-Testo">Il cavedano etrusco <em>Squalius lucumonis</em> (Bianco, 1983) e la lasca <em>Protochondrostoma genei</em> (Bonaparte, 1839) sono specie endemiche italiane le cui popolazioni, nei rispettivi areali originari (distretto ittiogeografico Tosco-Laziale e Padano-Veneto), risultano in drastico declino. Con l’obiettivo di migliorare lo stato di conservazione di entrambe le specie, è stata approntata una ricerca articolata in tre parti distinte che riguardano: 1) la rimozione di specie alloctone (tra cui la lasca) tramite elettropesca in 2 siti del bacino del Tevere umbro, individuati sui torrenti Carpina e Argento, in cui il cavedano etrusco è autoctono e presente con popolazioni minacciate da fenomeni di competizione interspecifica con le specie aliene; 2) il trasferimento delle lasche catturate nel corso degli interventi di eradicazione in un sito del bacino adriatico del fiume Esino, dove la specie era nel passato abbondante e attualmente in rarefazione; 3) l’eventuale traslocazione di cavedani etruschi da popolazioni sorgente, caratterizzate da elevate densità e individuate in aree limitrofe, nei siti oggetto di eradicazione. Nel presente lavoro vengono presentati i risultati delle attività di eradicazione svolte nel periodo ottobre 2019 - giugno 2022. Dal confronto fra i periodi ante - e post eradicazione è stato possibile misurare l’efficacia degli interventi, in termini di incremento nell’abbondanza e miglioramento della struttura per età. Le informazioni ottenute nel corso della ricerca possono costituire la base su cui approntare azioni concrete di conservazione estese a scala nazionale in grado di migliorare sensibilmente lo stato di conservazione del cavedano etrusco e della lasca.</p> Antonella Carosi, Silvia Carletti, Daniele Pieracci, Francesca Lorenzoni, Giovanni Tagliaferri, Aymeric Joubert, Alessandro Soresina, Massimo Lorenzoni Copyright (c) 2023 http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/200 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0200 Studio preliminare sui popolamenti di trota in alcuni corsi d’acqua della Liguria orientale http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/201 <p>Nel panorama ittiologico italiano la conoscenza della fauna ittica d’acqua dolce ligure risulta poco approfondita. L’obiettivo di questo studio preliminare è di ricavare informazioni sull’abbondanza e accrescimento delle popolazioni di trote presenti in alcuni corsi d’acqua della Liguria centro-orientale, in particolare nell’ Area interna “Valli dell’Antola e del Tigullio”. Le trote sono state campionate in 12 torrenti secondo il protocollo LIFE STREAMS LIFE18 NAT/IT/000931, mediante elettropesca con l’ausilio di un catturapesci a batteria. I dati raccolti e analizzati hanno evidenziato l’enorme pressione di pesca che queste popolazioni subiscono, rendendoli di difficile interpretazione. Le relazioni lunghezza/peso evidenziano come vi siano popolazioni ben descritte dalla funzione potenza di Bagenal, ma la scarsità di esemplari superiori a 220 mm, impedisce di avere un’alta attendibilità. Inoltre, è stato valutato il tipo di crescita (allometrico o isometrico), le stime del numero di individui per popolazione, l’indice di condizione FCF e lo standing crop. Questo lavoro preliminare ha messo in luce come questi corsi d’acqua sono gestiti a fini principalmente alieutici. Procedendo con l’approfondimento delle conoscenze in quest’area, grazie ai finanziamenti del progetto POFEAMP 2.47 – innovazione “Migliorare e incrementare le conoscenze genetiche delle trote (genere <em>Salmo</em>) per la sostenibilità ambientale nell’area interna valli dell’Antola e del Tigullio”, si spera di mutare questa visione in una prospettiva di una gestione più conservazionistica e attenta verso gli ecosistemi.</p> Giacomo Actis Dato, Daniela Ghia, Fabrizio Oneto, Luca Ciuffardi, Gianluca Fea Copyright (c) 2023 http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/201 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0200 La formazione e la partecipazione dei volontari per contrastare la diffusione dei gamberi alloctoni invasivi nel progetto ‘Life CLAW’ http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/202 <p>La perdita di biodiversità è causata dal riscaldamento globale e dalla diffusione delle specie alloctone invasive. Il progetto LIFE ‘Crayfish lineages conservation in North-Western Apennine’ (LIFE18 NAT/IT/000806) ha come scopo quello di conservare e migliorare le popolazioni del gambero di acqua dolce autoctono <em>Austropotamobius pallipes</em>, nell'area dell'Appennino nord-occidentale, in Emilia Romagna e Liguria, attraverso un programma di conservazione a lungo termine. Per questo è previsto anche il contrasto alle specie di gambero alloctono, al fine di limitare la loro diffusione. Grazie alla partecipazione dei volontari alle attività di cattura dei gamberi esotici invasivi appartenenti alla specie <em>Procambarus clarkii</em> è stata avviata un’azione di controllo di questa specie. Le prime sessioni di cattura hanno permesso il recupero complessivamente di 19499 individui di <em>P. clarkii</em> in sei laghetti, tre in provincia di Piacenza e tre in provincia di Parma, con valori differenti di CPUE per sito, ma non per andamento delle catture. In ogni caso, è fondamentale limitare l’invasione di questa specie, al fine di ridurre gli impatti negativi sulla biodiversità ancora presente nei siti Natura 2000.</p> Daniela Ghia, Gianluca Fea, Renato Carini, Margherita Rinaldi, Chiara Gemmati Copyright (c) 2023 http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/202 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0200 Applicazione dell’ Habitat Fish Biological Index (HFBI) per la valutazione dello stato ecologico degli ambienti lagunari del Delta del Po http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/204 <p>I pesci sono uno degli elementi di qualità biologica utile per la valutazione dello stato ecologico dei corpi idrici di transizione europei, ai fini dell’applicazione della Direttiva Quadro sulle Acque. Per la valutazione dello stato ecologico degli ecosistemi acquatici di transizione italiani è stato messo a punto e validato a livello nazionale l’indice multimetrico HFBI, basato sulla comunità ittica. In questo lavoro sono riportati i risultati di uno studio sulla fauna ittica di basso fondale di 5 ambienti lagunari del Delta del Po (Adriatico Settentrionale, Italia), che ha avuto lo scopo di valutare lo stato ecologico di questi corpi idrici mediante il calcolo dell’HFBI. I risultati hanno permesso di descrivere la composizione tassonomica e la struttura funzionale e trofica del popolamento ittico caratteristico di queste lagune deltizie. Il popolamento ittico di basso fondale delle lagune indagate è risultato caratterizzato dalla presenza degli stadi giovanili di specie di migratori marini (ad es., i cefali del genere <em>Chelon</em>, l’orata <em>Sparus aurata</em> e la spigola <em>Dicentrarchus labrax</em>) e da specie di residenti estuarini (ad es., le specie di piccoli gobidi <em>Knipowitschia panizzae</em>, <em>Pomatoschistus marmoratus</em> e <em>P. canestrinii</em>, il latterino <em>Atherina boyeri</em> e il nono <em>Aphanius fasciatus</em>). Le guilds degli iperbentivori/zooplanctivori, dei microbentivori e dei detritivori sono risultate le più rappresentate nel popolamento ittico degli ambienti lagunari del delta del Po.&nbsp; L’indice HFBI, applicato su base annuale, ha permesso di evidenziare marcate differenze di stato ecologico delle lagune indagate. Una sola delle lagune indagate (Caleri) è risultata in uno stato buono, due lagune (Marinetta e Canarin) in stato moderato, mentre le lagune di Barbamarco e Scardovari sono risultate in uno stato ecologico scarso. L’eutrofizzazione, conseguente agli ingenti apporti di nutrienti con le acque fluviali dei rami del Po, e la modifica delle morfologie lagunari, conseguenza delle attività antropiche, risultano essere i principali fattori di pressione che determinano lo stato ecologico di questi corpi idrici di transizione.</p> Piero Franzoi, Chiara Facca, Simone Redolfi Bristol, Marco Boschiero, Matteo Zucchetta, Luca Scapin Copyright (c) 2023 http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/204 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0200 Il gambero della California Pacifastacus leniusculus (Dana, 1852) nel Fiume Clitunno (Italia centrale): monitoraggio e piano di eradicazione http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/205 <p class="AIIAD-Testo">Vengono qui presentati i risultati preliminari dei piani di monitoraggio e di eradicazione approntati per contrastare la diffusione del gambero della California <em>Pacifastacus leniusculus</em> (Dana, 1852), specie invasiva di interesse unionale, segnalata nel 2020 nel fiume Clitunno (Italia centrale). La presenza di femmine con uova pleopodali, l’ampia distribuzione e l’articolata struttura della popolazione attestano che la specie si è acclimatata con una popolazione in grado di autosostenersi. Nel fiume Clitunno il gambero della California si trova con un’altra specie invasiva di interesse unionale, il gambero rosso della Louisiana <em>Procambarus clarkii </em>(Girard, 1852). Allo scopo di attuare misure di contrasto all’espansione delle popolazioni di entrambe le specie, la Regione Umbria ha avviato un piano di contenimento. Gli interventi di eradicazione sono stati condotti dal giugno 2022 fino ad oggi, mediante l’utilizzo di nasse ed elettrostorditore, con intensificazione della frequenza dei campionamenti nel periodo estivo. Complessivamente fino al 16/12/2022 sono stati rimossi 568 individui per una biomassa totale pari a 14.82 kg. In totale sono stati effettuati 40 interventi di rimozione applicando uno sforzo di cattura, attraverso la messa in posa di nasse, pari a 2014 nasse/giorno. Si è osservata una maggiore efficacia del trappolamento nel reticolo secondario, piuttosto che nell’asta principale. Gli individui catturati difatti erano concentrati in un affluente (Fosso Vecchio) del corso superiore del Clitunno, dove l’andamento dei valori medi di CPUE nel corso del tempo ha evidenziato una progressiva diminuzione per tale parametro, deponendo a favore dell’efficacia degli interventi di rimozione.</p> Massimo Lorenzoni, Michele Croce, Francesca Lorenzoni, Giovanni Tagliaferri, Aymeric Joubert, Simone Ricci, Antonella Carosi Copyright (c) 2023 http://www.aiiad.it/ijfi/index.php/ijfi/article/view/205 Fri, 20 Oct 2023 00:00:00 +0200