Il recupero di popolazioni di tinca (Tinca tinca (Linnaeus, 1758)): un caso studio nel territorio di Modena (Emilia-Romagna)

Autori

  • Luigi Sala Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Modena e Reggio Emilia
  • Mirko Luzzara
  • Matteo Dal Zotto Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Modena e Reggio Emilia
  • Davide Pagliai

Parole chiave:

conservazione, biodiversità, ittiofauna, gestione faunistica, traslocazioni

Abstract

La tinca è un ciprinide generalmente considerato a basso rischio sebbene estinto in gran parte delle acque dell’Emilia-Romagna ed è stata pertanto target di un progetto finalizzato a ripristinare nuove popolazioni a partire da poche sopravvissute sull’Appennino modenese (laghi Pratignano, Santo e Cavo). La caratterizzazione genetica preliminare dei tre nuclei, ha provato la loro omogeneità con popolazioni del Lago di Garda e di altre località europee, consentendo di attingere animali indifferentemente dai tre bacini individuati e traslocarli in due biotopi di pianura (rispettivamente 84 e 78 esemplari) e uno di collina (131 individui), selezionati come potenzialmente idonei sulla base della qualità delle acque, delle condizioni idrologiche, vegetazionali e faunistiche, oltre che per considerazioni di carattere logistico e operativo. Le verifiche, effettuate nel corso del triennio 2014-2017, hanno evidenziato pieno successo, con creazione di una popolazione ben strutturata, solo nello stagno di Nirano, il quale, a differenza dei restanti, si caratterizza per l’alimentazione esclusivamente meteorica, l’assenza di altre specie ittiche e di Procambarus clarkii.

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Pubblicato

2019-03-25