Rischi sanitari associati alla movimentazione dell’ittiofauna e all’introduzione di alloctoni

Autori

  • Paolo Pastorino Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
  • Maria Cristina Bona Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
  • Claudio Foglini Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
  • Cristiana Maurella Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
  • Marzia Righetti Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
  • Erika Astrid Virginie Burioli Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
  • Giuseppe Ru Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
  • Elisabetta Pizzul Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Trieste
  • Marino Prearo Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta

Parole chiave:

specie aliene, rischi sanitari, zoonosi parassitarie di origine ittica, malattie dei pesci

Abstract

La frequenza con cui da anni viene introdotto materiale ittico vivo proveniente dall'estero, per scopi sia di ripopolamento delle acque libere sia per l’allevamento che per acquariofilia, ha determinato la comparsa di numerose specie aliene nelle acque dolci del territorio italiano. Le criticità legate agli scambi commerciali non sono un problema solo italiano; l’esistenza del mercato globale e l’insufficienza di norme e controlli alle frontiere, implica che una specie alloctona, una volta entrata di uno Stato Membro, possa facilmente diffondersi in tutto il territorio e potenzialmente oltre ad impattare l’ecologia delle specie autoctone, veicolare anche nuovi agenti patogeni che possono risultare più virulenti per l’ittiofauna autoctona. Un esempio classico è rappresentato dall’anguillicolosi, malattia parassitaria sostenuta da Anguillicoloides crassus, un nematode introdotto in Europa attraverso l'importazione di esemplari di Anguilla japonica provenienti dall’area asiatica, determinando problematiche sanitarie sia negli allevamenti che nelle popolazioni delle acque libere. Inoltre, determinati patogeni introdotti con pesci vivi importati, possono potenzialmente risultare pericolosi per l’uomo nel caso di agenti a rischio zoonosico, come alcuni parassiti eteroxeni presenti in pesci dulciacquicoli. Le problematiche sanitarie non sono legate solamente all'introduzione di specie alloctone provenienti da altri Paesi, ma sono estese anche al fenomeno della transfaunazione di specie indigene all'interno del territorio nazionale.

Quindi, i rischi che derivano dall'introduzione (traslocazione e/o transfaunazione) di specie ittiche alloctone sono molteplici; mentre i rischi ecologici sono già stati più volte definiti e ribaditi nel corso di incontri scientifici e congressi nazionali/internazionali, quelli sanitari, spesso, sono stati e vengono tutt'oggi considerati solo marginalmente.

Il presente lavoro vuole essere un contributo nella valutazione dei possibili rischi di natura sanitaria che un’introduzione anche di tipo accidentale può causare nel comparto ittico dulciacquicolo.

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Pubblicato

2017-11-25