I pesci e loro conservazione in aree protette dell’Italia centrale e meridionale

Autori

  • Elisabeth Soto Dipartimento delle Scienze Biologiche, Sezione Zoologica - Università di Napoli
  • Piergiorgio Bianco Dipartimento delle Scienze Biologiche, Sezione Zoologica - Università di Napoli

Abstract

In questi ultimi anni ci sono stati affidati incarichi di bio-monitoraggio della fauna ittica di diversi parchi dell’Italia centrale e meridionale. In particolare,  il Parco Regionale di Monterano (MONT) nel Lazio; Il Parco Regionale del Matese (MATE) in Campania; Il Parco Regionale dell’Ofanto (OFAN) in Puglia; Il Parco Nazionale del Cilento  e Vallo di Diano (PNCV) in Campania. Nel MONT, il fiume interessato è il Mignone. Una diga separa questo fiume in due porzioni distinte. Quella a valle, a dominanza di alieni, in parte di origini padane e in parte di origini extra italiane, e una parte a monte caratterizzata da soli autoctoni. Da notare, a monte del Parco, la presenza anche di una popolazione ben strutturata di gambero di fiume. Nel MATE, i vari laghi del Matese, Gallo, Lete e minori, sono caratterizzati da alieni. Il lago Matese presenta una elevatissima densità ittica con, in ordine di abbondanza,  scardola padana, persico reale,  luccio, tinca, carpa. Il lago Gallo, soggetto a episodi di frequenti morie dovute a incostanze ambientali, presenta la stessa fauna del Matese con però trote di immissione. Il fiume Lete, presenta una buona popolazione di trote, ma di origini alloctone essendo questo fiume soggetto a estensivi ripopolamenti. Sono comunque riscontrabili fenotipi tipo macrostigma e tutte le varianti tipiche delle trote (con punti rossi, senza punti rossi, con  parrs e macchie tipo “macrostigma”, grigie,  gialle, a volte quasi nere ecc. Ma il sito più intersante del MATE è senz’altro un breve  tratto del Volturno incluso nel MATE e il  fiume Sava.  Siti in parte molto ben conservati e con ottime portate estive. Le specie autoctone includono la lampreda di ruscello, il cobite dello zanandrea il barbo tiberino, il vairone e altre. Peccato che in Provincia di Potenza abbiano deciso di captare una delle sorgenti principali del Volturno. Il  OFAN interessa un tratto terminale dell’Ofanto di circa 20km. Dominanza assoluta di alieni: carpa, carassio, pesce gatto e persico sole. Tra gli autoctoni, da notare l’assenza assoluta del barbo in questo tratto, e la dominanza dell’alborella meridionale presente ovunque con popolazioni molto ben strutturate. Il PNCV include i bacini dei fiumi Calore, Alento, Mingardo e Bussento, più altri minori di scarso interesse ittiologico. Gli aspetti interessanti riguardano popolamenti molto ben strutturati di lampreda di ruscello soprattutto nel Bussento. In questo ultimo esiste anche una popolazioni di gambero di fiume abbastanza ben strutturata. Per altri aspetti, la specie dominante è la rovella nel Mingardo e nel Bussento. L’alborella meridionale domina nell’Alento mentre è rara negli altri bacini. Tra gli alieni il cobite padano è stato riscontrato nel Calore e nel Palistro.  Nel Palistro (affluente dell’ Alento), si è perfettamente adattato il gobione europeo dove ora è specie dominante. Le introduzioni incontrollate hanno alterato le componenti ittiche di questi fiumi. Il Barbo è da ritenersi alloctono, nel Mingardo e nel Bussento cosi come il vairone, recentemente (2010) riscontato nel fiume Bussento. Per quanto riguarda le trote, il Bussento dovrebbe presentare ancora qualche nucleo autoctono. Le analisi biomolecolari hanno evidenziato una notevole affinità con la Trota del Fibreno. Per quantizzare lo stato di conservazione vengono proposti indici di integrità faunistica e di endemicità.

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Pubblicato

2021-01-17