Incidenza della predazione del cormorano, rilevata tramite radiotracking, su popolazioni di salmonidi in un tratto di Dora Baltea in Valle d’Aosta

Autori

  • Michele Spairani Eauligie srl - Aosta
  • Daniele Stellin Assessorato Agricoltura e risorse naturali, Dipartimento risorse naturali e corpo forestale, Direzione flora, fauna, caccia e pesca, Ufficio per la fauna ittica
  • Paolo Vezza Politecnico di Torino, Dipartimento di Ingegneria del Territorio, dell'Ambiente e delle Geotecnologie
  • Olle Calles Karlstad University, Department of Biology
  • Claudio Comoglio Politecnico di Torino, Dipartimento di Ingegneria del Territorio, dell'Ambiente e delle Geotecnologie

Abstract

Nel 2009 è stato intrapreso uno studio sulla mobilità della fauna ittica in un tratto di Dora Baltea localizzato nella media Valle d’Aosta. Il tratto, ricadente per la quasi totalità all’interno di un S.I.C., è esteso per 1,5 km. Il tratto di studio è stato interessato nella metà superiore da un intervento di disalveo, seguito da operazioni di ripristino ambientale dell’area che hanno comportato la creazione di numerose zone di rifugio per i pesci. Lo scopo principale del progetto era quello di indagare la mobilità dei  salmonidi, in particolare della Trota marmorata e della Trota fario, comparare la dispersione tra individui selvatici e di allevamento e valutare l’efficacia delle operazioni di ricostituzione di habitat per l’ittiofauna. Nel giugno 2009 sono stati marcati con  RFID-Tags e radio-trasmittenti, 30 esemplari di Salmo trutta marmoratus provenienti da incubatoi di valle, 18 esemplari di Salmo trutta trutta di ceppo atlantico provenienti da incubatoi di valle e 30 esemplari selvatici di Salmo trutta trutta di ceppo atlantico catturati nel sito di studio. La mobilità dei pesci marcati è stata monitorata per sei mesi sia settimanalmente con riceventi manuali, sia in continuo grazie a due riceventi fisse poste ai limiti estremi del tratto di studio. Con il monitoraggio manuale la posizione del singolo pesce veniva georeferenziata e venivano annotate le principali caratteristiche dell’habitat in cui si trovava, mentre con le riceventi fisse venivano monitorati eventuali fenomeni di migrazione verso valle o verso monte, nonché i movimenti in continuo in prossimità delle stesse. Lo studio, nonostante sia stato effettuato nel periodo estivo durante la fase di morbida della Dora Baltea, ha permesso anche di misurare la forte predazione in loco effettuata dal cormorano (Phalacrocorax carbo) e che ha interessato circa il 60% degli esemplari marcati con trasmittenti. La predazione da parte del cormorano è stata più incisiva nel tratto interessato dalle operazioni di disalveo e successive operazioni di rinaturalizzazione, e ha interessato individui con lunghezza media di 250 mm appartenenti ad entrambe le specie oggetto di studio, sia di roigine selvatica che di allevamento.

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Pubblicato

2017-01-17