Biologia e gestione dell’ittiofauna autoctona. situazione generale in provincia di Arezzo, istituzione e gestione di un reticolo di Zone Speciali di Conservazione

Autori

  • Stefano Porcellotti Associazione Ichthyos Italia

Abstract

I tratti collinari dei torrenti della provincia di Arezzo rappresen­tano un ecosistema essenziale per la  protezione di specie reofile a rischio di estinzione, segnalate da IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources), elencate dalla e riportate nell’elenco di cui alla L.R. 56/2000.

Campionamenti effettuati in nell’arco di sette anni hanno evi­denziato la sostanziale integrità degli ecosistemi di gran parte dei torrenti esaminati: i corsi d’acqua danno rifugio a consistenti popolazioni di specie ittiche a rischio, tra cui molte specie endemiche, una specie padano-veneta trasferita, ed il crostaceo decapode Austropotamobius pallipes (gambero di fiume).

Durante lo stesso periodo è stato registrato un costante aumento di minacce potenzialmente in grado di compromettere i delicati equilibri delle comunità ittiche indigene. In particolare si è osservato un preoccupante aumento della pressione predatoria sull’ittiofauna esercitata da varie specie di uccelli ittiofagi, un forte incremento numerico di specie ittiche alloctone nei principali bacini artificiali e nel corso inferiore dei fiumi Arno e Tevere, e pesanti alterazioni dell’habitat causate da interventi di regimazione non ecosostenibili e da forte prelievo idrico nei periodi di siccità prolungata.

Sulla base delle osservazioni effettuate, considerato la presenza nel territorio provinciale di sette specie ittiche elencate in allegato II dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, il presente lavoro propone di porre in sicurezza i corsi d’acqua non ancora compromessi in modo grave, attraverso misure di tutela ed il varo di un reticolo di Zone Speciali di Conservazione.

Biografia autore

Stefano Porcellotti, Associazione Ichthyos Italia

I tratti collinari dei torrenti della provincia di Arezzo rappresen­tano un ecosistema essenziale per la  protezione di specie reofile a rischio di estinzione, segnalate da IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources), elencate dalla e riportate nell’elenco di cui alla L.R. 56/2000.

Campionamenti effettuati in nell’arco di sette anni hanno evi­denziato la sostanziale integrità degli ecosistemi di gran parte dei torrenti esaminati: i corsi d’acqua danno rifugio a consistenti popolazioni di specie ittiche a rischio, tra cui molte specie endemiche, una specie padano-veneta trasferita, ed il crostaceo decapode Austropotamobius pallipes (gambero di fiume).

Durante lo stesso periodo è stato registrato un costante aumento di minacce potenzialmente in grado di compromettere i delicati equilibri delle comunità ittiche indigene. In particolare si è osservato un preoccupante aumento della pressione predatoria sull’ittiofauna esercitata da varie specie di uccelli ittiofagi, un forte incremento numerico di specie ittiche alloctone nei principali bacini artificiali e nel corso inferiore dei fiumi Arno e Tevere, e pesanti alterazioni dell’habitat causate da interventi di regimazione non ecosostenibili e da forte prelievo idrico nei periodi di siccità prolungata.

Sulla base delle osservazioni effettuate, considerato la presenza nel territorio provinciale di sette specie ittiche elencate in allegato II dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, il presente lavoro propone di porre in sicurezza i corsi d’acqua non ancora compromessi in modo grave, attraverso misure di tutela ed il varo di un reticolo di Zone Speciali di Conservazione.

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Pubblicato

2017-01-17