Aggiornamento sistematico dei pesci d’ acqua dolce autoctoni italiani: proposta di un workshop

Autori

  • Pier Giorgio Bianco Dipartimento delle Scienze Biologiche, Sezione Zoologica - Università di Napoli

Abstract

Dalla monografia di Gandolfi et al. (1991) sui pesci d’acqua dolce italiani,  tuttora in uso dalla maggior parte degli ittiologi e con l’avvento, a partire soprattutto dagli anni novanta, delle moderne indagini biomolecolari, e delle ipotesi biogeografiche sulla origini degli endemismi peri-mediterranei, molti aspetti tassonomici riguardanti le specie europee sono cambiati. Una sintesi di tutte queste novità è riportata nel recente manuale dei pesci d’acqua dolce europei di Kottelat & Freyhof (2007), dove vengono elencate circa 108 specie per l’Italia di cui 51 autoctone, 43 introdotte e 14 di origini marine o occasionali. Per quanto riguarda le autoctone, tra le 51 riportate circa 15 hanno subito cambiamento di specie, ovvero, riconosciute come endemismi italiani piuttosto che specie d’oltralpe. La precedente confusione, purtroppo ha portato in Italia molti esotici congenerici molto competitivi ai danni degli autoctoni. Alcune novità tassonomiche proposte sono da rivedere come la riabilitazione della specie Squalius albus del Trasimeno, praticamente fatta a tavolino, ignorando che la fauna di questo lago  deriva dal Tevere (terra tipica di Squalius squalus, ovvero la specie di cavedano data per endemica in Italia). Molti generi sono cambiati come ad esempio Chondrostoma ora scomposto in 6 generi. La riabilitazione e la descrizione di altri generi e specie devono essere riviste. In sintesi, si propone una lista aggiornata e ragionata delle nostre specie ittiche condensando i dati morfologici e biomolecolari e le considerazioni oggettive dei collaboratori.

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Pubblicato

2017-01-17