Gambusia affinis o Gambusia holbrooki? Un’indagine “storica” sulla introduzione del “mosquito fish” in Italia

Autori

  • Luciano Di Tizio WWF Abruzzo c/o WWF Chieti-Pescara
  • Angelo Mojetta 2. Istituto per gli Studi sul Mare c/o Verdeacqua - Milano

Parole chiave:

mosquito fish, pesci alloctoni, acque interne

Abstract

Con il presente lavoro, basato principalmente su un’accurata analisi delle fonti bibliografiche, gli autori hanno inteso dare un contributo alla conoscenza delle problematiche relative all’introduzione della gambusia in Italia proponendosi di chiarire tre questioni: i) le modalità della prima introduzione; ii) quale sia stata la specie introdotta; iii) quale o quali specie siano oggi presenti naturalizzate nelle acque dolci italiane.

La diffusione della Gambusia in Europa è ascrivibile principalmente all’attività di tre illustri scienziati dei primi del Novecento: lo spagnolo de Buen e gli italiani Grassi e Sella. Questi studiosi nei primi anni ‘20 del secolo scorso ne favorirono l’introduzione con funzione anti-malarica in Spagna e in Italia. Dall’Italia sono successivamente partiti lotti destinati a diversi Paesi del mondo.

Fu sempre un italiano, Artom, a determinare per primo la specie di appartenenza dei pesci immessi in Europa riscontrando in tutti i numerosi maschi esaminati una perfetta corrispondenza tra l’organo copulatorio osservato negli individui acclimatati e la descrizione e i disegni della specie orientale Gambusia holbrooki, un’attribuzione rimasta incontestata sino ad oggi.

La riscoperta di alcuni lavori dei primi decenni del Novecento che riportano notizia dell’introduzione di Gambusia affinis nei territori dell’attuale Croazia settentrionale e la segnalazione recente di una popolazione della stessa specie in Campania riaprono la questione sulla effettiva presenza oggi in Italia anche di G. affinis, da considerare possibile ma incerta.

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Pubblicato

2020-12-28

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