Risultati preliminari sulla caratterizzazione genetica di Salmo trutta Linnaeus, 1758 complex del Lazio per l’identificazione di popolazioni native

Autori

  • Anna Rita Rossi 1. Dipartimento di Biologia e Biotecnologie C. Darwin, Università di Roma La Sapienza
  • Valentina Milana 1. Dipartimento di Biologia e Biotecnologie C. Darwin, Università di Roma La Sapienza
  • Marco Martinoli 2. Laboratorio di Ecologia Sperimentale e Acquacoltura, Università di Roma Tor Vergata
  • Arnold Rakaj 2. Laboratorio di Ecologia Sperimentale e Acquacoltura, Università di Roma Tor Vergata
  • Paolo Tito Colombari 3. ARSIAL-Osservatorio Faunistico Regionale, Rome, Italy
  • Giuseppe Moccia 4. Regione Lazio, Direzione Regionale Agricoltura e Sviluppo Rurale, Caccia e Pesca, Rome, Italy
  • Lorenzo Tancioni 2. Laboratorio di Ecologia Sperimentale e Acquacoltura, Università di Roma Tor Vergata

Parole chiave:

trota Mediterranea, marcatori molecolari, riproduzione artificiale, CR, lattico deidrogenasi

Abstract

Le popolazioni native di trote di torrente mediterranee (Salmo trutta complex) tipiche dei fiumi italiani, sono state fortemente compromesse nella loro distribuzione e integrità genetica dall’introduzione di trote alloctone di origine Atlantica zootecnica. Queste ultime hanno concorso alla contrazione delle popolazioni di trote native, per possibile competizione trofica e ibridazione/introgressione. A causa di queste minacce, attualmente le trote mediterranee Italiane sono incluse nell’allegato II della Direttiva Habitat (come ESU Salmo cettii, nel versante tirrenico, e Salmo ghigii, prevalentemente nel versante adriatico).

L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di identificare popolazioni residue di trota di torrente mediterranea, attraverso l’utilizzo di marcatori molecolari mitocondriali (sequenziamento regione di controllo) e nucleari (RFLP LDH-C1*), che sono diagnostici delle diverse linee evolutive del S. trutta complex.

A questo scopo sono stati raccolti frammenti di tessuto da esemplari di trote di torrente di sei corsi d’acqua del Lazio, per un totale di 191 individui analizzati. I dati genetici hanno mostrato una situazione estremamente eterogenea tra le diverse popolazioni per ciò che riguarda la commistione con genotipi alloctoni. Sono stati comunque identificati diversi “ceppi” autoctoni (es. aplotipi Adriatici – AD e Mediterranei - ME), considerabili come distinte unità gestionali (MUs) che potranno essere di riferimento per l’avvio di attività di conservazione basate sull’applicazione di strategie in situ (es. riqualificazioni ambientali e creazione di “aree speciali di conservazione” per i salmonidi autoctoni) ed ex situ (es. “acquacoltura da ripopolamento” per la ricostituzione di popolazioni localmente estinte), attraverso la selezione di un parco riproduttori regionale, suddiviso in funzione delle diverse MUs.

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Pubblicato

2019-03-25

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