L’anguilla europea nel bacino idrografico Marta-Bolsena valutazioni preliminari di colonizzazione ed emigrazione ai fini della gestione per la salvaguardia della biodiversitá

Autori

  • Eleonora Ciccotti Dipartimento di Biologia – Università di Roma “Tor Vergata”
  • Chiara Leone Dipartimento di Biologia – Università di Roma “Tor Vergata”
  • Daniele Bevacqua Dipartimento di Scienze Ambientali – Università di Parma
  • Giulio De Leo Dipartimento di Scienze Ambientali – Università di Parma
  • Lorenzo Tancioni Dipartimento di Biologia – Università di Roma “Tor Vergata”
  • Fabrizio Capoccioni Dipartimento di Biologia – Università di Roma “Tor Vergata”

Parole chiave:

River restoration, eel conservation, Anguilla anguilla, Mediterranean, fishery management

Abstract

Anguilla anguilla (L., 1758) è una specie panmittica, catadroma, altamente migratoria. Risorsa condivisa tra i vari paesi europei e mediterranei, è oggetto di interesse internazionale per il drastico e prolungato declino del reclutamento che si osserva dagli anni ’80, cui è seguita una contrazione delle catture delle anguille adulte. Tra le cause principali della riduzione globale dello stock vi sono certamente il sovra sfruttamento, la riduzione degli habitat disponibili e l’inquinamento degli ambienti acquatici che si verificano alla scala dei singoli bacini idrografici. A fronte di questa situazione, nel 2007 è stato approvato il Reg. CE 1100 che istituisce “Misure per la ricostituzione dello stock di anguilla europea”. La specie è inoltre inserita negli elenchi dell’All. II della CITES e della Red List (IUCN) nella categoria “In pericolo critico”.

Questo lavoro presenta un caso di studio relativo al bacino idrografico Marta-Bolsena che rappresenta un sito interessante per la presenza di un potenziale collegamento tra mare e lago. Il fiume Marta infatti è l’emissario naturale del lago di Bolsena, il suo tracciato naturale risulta tuttavia interrotto da sette sbarramenti e da una cascata naturale (Salombrona), inoltre all’incile del lago vi è una traversa che impedisce il collegamento lago-fiume. Attualmente questo stock di anguille, bersaglio di un’attività di pesca professionale, è sostenuta da pratiche di semina attuate dall’Amm. Prov. di Viterbo poiché la colonizzazione del lago risulta impedita, nonostante il consistente reclutamento naturale di ceche ancora presente alla foce del Marta. Al fine di stimare la densità delle anguille presenti alle attuali condizioni di gestione e la biomassa dei riproduttori potenzialmente migranti è stata effettuata una valutazione preliminare di colonizzazione ed emigrazione mediante l’applicazione del modello demografico DEMCAM che tiene conto dei processi di reclutamento, accrescimento e differenziamento sessuale, mortalità naturale e da pesca. Per questa applicazione un campione dello stock locale (177 ind.) è stato caratterizzato: la frazione di anguille mature risulta pari al 45% (79 ind.), il rapporto sessi è a favore delle femmine (ca. 5:1), la struttura delle taglie è ben distribuita (range 24-92 cm), la struttura in età presenta ca. il 62% degli individui (109 ind.) compreso tra le classi 7+ e 11+, il tasso di accrescimento osservato in cm per anno è pari a 4,86 per le anguille femmine e 4,92 per i maschi. Il modello DEMCAM ha calcolato un valore di densità attuale, pari a ca. 36 ind./ha per le anguille femmine e ca. 26 ind./ha per i maschi e valori di produzione di anguille gialle ed argentine rispettivamente pari a 0,65 kg/ha e 0,38 kg/ha. Sulla base di queste stime il livello attuale di riproduttori potenziali emigranti è pari a 0,12 kg/ha (vs densità pristina stimata: 6 kg/ha).

A fronte dei risultati ottenuti, vengono discusse diverse politiche di gestione della risorsa al fine di consentire sfruttamento razionale e contribuire alla salvaguardia della specie.

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Pubblicato

2017-01-17

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