L’espansione della lasca Protochondrostoma genei (Bonaparte, 1839) nel bacino del Fiume Tevere (Italia): stato delle popolazioni e possibili impatti sulle specie endemiche Sarmarutilus rubilio (Bonaparte, 1837) e Squalius lucumonis (Bianco, 1983).
Parole chiave:
lasca, specie traslocate, specie endemiche, fiume Tevere, peso relativo, conservazione della biodiversitàAbstract
La lasca Prochondrostoma genei è una specie endemica del distretto ittiogeografico Padano-Veneto. Subito dopo la sua introduzione nel bacino del fiume Tevere, avvenuta circa 50 anni fa, la specie si è acclimatata in molti corsi d’acqua della rete idrografica e sta tuttora espandendo il proprio areale di distribuzione. Gli obiettivi del presente studio sono: i) analizzare distribuzione, struttura per età e accrescimento delle popolazioni di lasca presenti nel bacino del fiume Tevere; ii) investigare attraverso il calcolo del peso relativo i possibili impatti della lasca su due specie endemiche del distretto Italico-peninsulare: rovella Sarmarutilus rubilio e cavedano etrusco Squalius lucumonis. I dati ittici e ambientali sono stati raccolti in 84 corsi d’acqua per un totale di 158 siti di campionamento, in tre periodi: 2000-2005, 2006-2010 e 2011-2016. Nel bacino del fiume Tevere la lasca sembra aver trovato le condizioni ideali per la propria espansione, in contrapposizione all’areale originario dove viene registrata una contemporanea e progressiva diminuzione dell’abbondanza della specie. Lo stato delle popolazioni di lasca nel bacino del fiume Tevere, in termini di abbondanze e accrescimento, può essere definito buono: ciò è probabilmente dovuto alle idonee condizioni ambientali, all’assenza di predatori e allo scarso interesse che i pescatori sportivi locali dedicano alla specie. Negli ambienti neo-colonizzati, dove le risorse naturali in termini di microhabitat e disponibilità di cibo non sembrano essere interamente utilizzate dalle specie native e le comunità ittiche non sono probabilmente sature di specie, la lasca è divenuta un membro stabile delle ittiocenosi locali senza manifestare particolari effetti sulle densità delle specie native, anche se non si possono escludere impatti negativi a lungo termine, come evidenziato dai valori più bassi di Wr calcolati per S. rubilio e S. lucumonis in presenza di P. genei.