Valutazione del rapporto fra livree e genotipi nel luccio (Esox lucius, linneo, 1758) valutata mediante marcatori molecolari mitocondriali e nucleari.

Autori

  • Livia Lucentini Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale, Università degli Studi di Perugia
  • M.E. Puletti Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale, Università degli Studi di Perugia
  • L. Gigliarelli Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale, Università degli Studi di Perugia
  • C. Ricciolini Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale, Università degli Studi di Perugia
  • A. Palomba Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale, Università degli Studi di Perugia
  • Fabiana Bilo' Veneto Agricoltura - Sezione Innovazione e Sviluppo
  • Mauro Natali Provincia di Perugia, Ufficio Programmazione e Gestione Fauna Ittica
  • L. Lanfaloni Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale, Università degli Studi di Perugia
  • F. Panara Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale, Università degli Studi di Perugia

Parole chiave:

northern pike, genotype-phenotype relationship, Esox lucius, AFLP-derived SNPs, SNP, COI-Cytb concatenated sequences

Abstract

Il luccio, Esox lucius (Linneo, 1758), è una specie di grande interesse per le sue peculiari caratteristiche ecologiche e biologiche e per la sua importanza economica. La pressione di pesca e la degradazione degli habitat di frega e sviluppo, parallelamente a cambiamenti climatico-ambientali, hanno fortemente intaccato le popolazioni europee. Benché segnalata nella IUCN Red List of Threatened Species 2010.3 solamente come specie Least Concern, è una specie che mostra chiari segni di declino. In passato in Italia la specie è stata gestita mediante ripopolamenti con materiale alloctono di provenienza nord ed est europea. Con la diffusione della più corretta pratica dei ripopolamenti con materiale prodotto con riproduttori pescati in loco, si pone in modo pressante la questione dell’individuazione di tali riproduttori, che devono essere scelti in modo rigoroso, così da escludere l’impiego di esemplari alloctoni. Più in generale, è evidente la necessità di poter distinguere gli esemplari alloctoni dagli autoctoni. La presente ricerca, naturale proseguo di ricerche avviate nel nostro laboratorio da oltre un decennio, ha avuto l’obiettivo di applicare marcatori molecolari mitocondriali (COI e Cytb) e nucleari (AANAT1, RAG1, Ependimina) alla caratterizzazione di esemplari alloctoni, autoctoni ed ibridi di luccio provenienti da sedici popolazioni italiane e cinque del nord ed est Europa (Olanda, Repubblica Ceca, Svezia, Svizzera, Ungheria). Le sequenze di COI sono state confrontate con quelle di esemplari di luccio canadesi e di altre specie di esocidi, allo scopo di chiarire i rapporti filogenetici intercorrenti fra lucci che mostrano livree differenti. Inoltre, sono state impiegate le combinazioni AFLP già selezionate in passato, allo scopo di identificare delle sequenze caratterizzanti i lucci alloctoni ed autoctoni. La ricerca, partita da un pool di 1277 esemplari che sono stati caratterizzati fenotipicamente, ha consentito di identificare una chiara relazione fra alcune livree e genotipi alloctoni e, viceversa, di assegnare quattro livree ai genotipi autoctoni. In particolare, sulla base dei risultati ottenuti, proponiamo l’identificazione di due ecotipi di luccio: quello Italiano e quello Nordico. La ricerca ha, inoltre, consentito la caratterizzazione fenotipica e genotipica di esemplari ibridi. Non ultimo, l’estrazione delle bande caratterizzanti dai profili AFLP, ha permesso di mettere a punto un sistema rapido e relativamente economico per distinguere gli esemplari alloctoni dagli autoctoni. I marcatori identificati in questa ricerca costituiscono quindi dei validi strumenti per identificare in modo scientificamente rigoroso gli esemplari autoctoni da preferire nei programmi di riproduzione artificiale e per distinguere e stabilire le relazioni filogenetiche e filogeografiche fra i due ecotipi di luccio identificati in Europa e Canada. In particolare, poiché è stata più volte discussa la validità della distinzione fra esemplari riferibili ad origini geografiche differenti, l’applicazione dei marcatori qui identificati potrebbe consentire di chiarire questo importante aspetto tassonomico.

##submission.downloads##

Pubblicato

2017-01-17

Puoi leggere altri articoli dello stesso autore/i