Nota sull'alimentazione di Silurus glanis Linnaeus 1758 nel bacino del Po Casalasco

Autori

  • Tommaso Scanzio Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
  • Massimo Pascale
  • Marino Prearo Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
  • Dino Scaravelli Gruppo Ricerca Grandi Vertebrati Pelagici, Dipartimento Scienze Mediche Veterinarie, Università di Bologna

Parole chiave:

Siluro, dieta, specie invasive, contenuto stomacale

Abstract

La fauna ittica italiana fronteggia un’invasiva presenza di specie alloctone pressoché in tutti i corpi idrici e il siluro (Silurus glanis Linnaeus, 1758) oggi è diffuso in tutto il bacino padano e non solo; nei corpi idrici dov’è stato introdotto da tempo, si riproduce e sconvolge, con la sua pesante presenza, le comunità ittiche autoctone. Nell'ambito del "Progetto Siluro” della Provincia di Alessandria, volto alla mappatura ed allo studio della sua presenza e consistenza nei diversi bacini e ad un primo tentativo di controllo, si è valutata la dieta autunnale della specie in un primo campione di individui. I campionamenti, svolti nel novembre 2008 mediante elettrostorditore, sono stati operati su sistemi idrici secondari, come il torrente Rotaldo, presso Valmacca, e la roggia Due Sture, presso Terranova, oltre che nel corso del Po presso Frassineto Po. Sono stati campionati nei due corpi idrici secondari 500 m lineari, con la cattura di 16 siluri; nel Po sono stati campionati 1000 m, con la cattura di 41 individui (rispettivamente 3,2 e 4,1 esemplari/100 m). La comunità ittica campionata durante i prelievi conta un totale di 10 specie, di cui 5 autoctone: Alburnus arborella, Cobitis bilineata, Squalius cephalus, Telestes muticellus, Padogobius bonelli; le restanti 5 specie sono invece introdotte: Barbus barbus, Cyprinus carpio, Pseudorasbora parva, Rhodeus sericeus, Silurus glanis. Su dieci esemplari derivanti da questo campionamento, immediatamente soppressi in campo e successivamente misurati e dissezionati presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino, è stato valutato il contenuto stomacale in termini di riscontro numerico ed è stata stimata la volumetria percentuale delle diverse componenti. Gli esemplari, 4 maschi e 6 femmine, misuravano da 53 a 115 cm di lunghezza totale e da 750 a 9300 g di peso. Due stomaci sono risultati vuoti, mentre in altri 3 sono stati trovati residui di fango o vegetali che, in un caso, costituivano la totalità del contenuto. Tra le prede si annoverano, oltre a residui di pesci indeterminabili (in due stomaci), resti appartenenti ad A. arborella, P. parva, R. sericeus e C. bilineata, crostacei della famiglia Gammaridae, gasteropodi del genere Physa sp. e tricotteri della famiglia Hydropsychidae. Si ipotizza quindi che la predazione a carico di altri alloctoni possa essere comunque consistente nel Po e nei suoi affluenti. I dati sono in linea con quanto atteso per le taglie campionate: oltre i 50 cm, infatti, il siluro passa da una dieta prevalentemente a base di invertebrati bentonici ad un’alimentazione spiccatamente ittiofaga. In questo piccolo campione si nota una preferenza a predare esemplari di piccola taglia e di specie dominanti soprattutto la frazione più nectonica, sebbene vi sia la contemporanea presenza di taxa del benthos.

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Pubblicato

2017-02-28

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