Attività in situ per la conservazione di Cottus gobio (Limnaeus, 1758) e Knipowitschia punctatissima (Canestrini, 1864) nel Fiume Sile
Parole chiave:
scazzone, panzarolo, SilIFFe, riproduzione, substratiAbstract
L’azione per la conservazione in situ dello scazzone Cottus gobio (Linnaeus, 1758) e del panzarolo Knipowitschia punctatissima (Canestrini, 1864) si inserisce nell’ambito del Progetto LIFE 14/NAT/IT/000809 denominato “SilIFFe”. A livello conservazionistico, solo lo scazzone è un specie di interesse comunitario, inserita nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE; il panzarolo è tuttavia endemico della regione padana, con un areale limitato alla fascia delle risorgive dell’alta pianura a nord del Po. La specie è inserita nella Lista Rossa IUCN nella categoria “quasi minacciato (NT)”. L’area di intervento si concentra sulle sorgenti del Fiume Sile e su due affluenti, il fosso Corbetta e il fontanile Munaron, tra i comuni di Piombino Dese (Padova) e Vedelago (Treviso). La fase sperimentale dell’azione è rivolta alla caratterizzazione biologica, ambientale e morfologica dei siti, quella operativa alla posa in situ di 55 substrati artificiali, al fine di agevolare la stabulazione e la riproduzione naturale delle due specie bentoniche, agendo anche con piccoli rimaneggiamenti dell’alveo naturale. Nel triennio 2016-18, sia per lo scazzone che per il panzarolo, si sono rinvenute un numero elevato di ovature all’interno dei substrati, i quali non fungono solo da siti idonei alla riproduzione, ma garantiscono anche lo svezzamento e la protezione degli avannotti. Il tempo di incubazione e schiusa delle uova è stimato in circa 20 giorni (260 gradi/giorno) per C. gobio, e in circa 20-25 giorni per K. punctatissima. Il periodo riproduttivo del panzarolo ha inizio già alla fine del mese di febbraio, sovrapponendosi solo parzialmente a quello dello scazzone, e si protrae fino ad inizio di ottobre, risultando più lungo rispetto a quanto riportato in letteratura.