Prima esperienza di applicazione del nuovo Indice di Stato Ecologico delle Comunità Ittiche (I.S.E.C.I.) ai corsi d'acqua della regione Veneto

Autori

  • Giulia Agostini ARPAV Direzione Tecnica, Servizio Acque Interne
  • Giuseppe Maio Aquaprogram srl - Vicenza
  • Paolo Parati ARPAV Direzione Tecnica, Servizio Acque Interne
  • Francesca Ragusa ARPAV Direzione Tecnica, Servizio Acque Interne
  • Paolo Turin Bioprogramm s.c.

Abstract

La Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE inserisce tra gli elementi di qualità biotica (Allegato V) anche la fauna ittica tramite la valutazione della “composizione, abbondanza e struttura di età della fauna ittica”. Questa innovazione nella classificazione dei corsi d’acqua riconosce ai popolamenti ittici un ruolo importante nelle valutazioni ambientali, poiché sono in grado di rispondere a stress ambientali di varia natura e rappresentano un sistema di sintesi degli effetti sulle altre componenti biotiche e abiotiche. Poiché sono necessari metodi e indicatori standardizzati della valutazione delle comunità ittiche, l’Indice dello Stato Ecologico delle Comunità Ittiche  -ISECI -(Zerunian et al., 2009) è stato proposto come strumento operativo per le acque interne italiane. In questa ricerca vengono presentati i risultati dell’applicazione di tale indice alle acque correnti della Regione Veneto, utilizzando come base informativa prevalentemente i dati provenienti delle Carte Ittiche provinciali e finalizzati alla gestione dell’ittiofauna. I dati sono relativi a 1716 siti analizzati per un totale di 1820 campionamenti eseguiti tra il 1987 e il 2008. Le informazioni utilizzate (ittiologiche, ambientali e sulle pressioni) si riferiscono agli anni tra il 2000 ed il 2008 per un totale di 722 siti controllati (per limitare l’arco temporale ma assicurare un numero adeguato di informazioni sull’intero territorio regionale). Si è provveduto, tramite l’analisi della frequenza delle presenze delle varie specie e il giudizio esperto condiviso, alla delimitazione di 5 zone ittiche, definendone anche le comunità di riferimento (Zona Salmonicola Alpina(ZSA), Zona Salmonicola Prealpina(ZSP), Zona dei Ciprinidi Litofili (ZCL), Zona dei Ciprinidi Fitofili (ZCF) e Zona dei Ciprinidi Litofili delle Risorgive (ZR)). Tale scelta si rende necessaria in relazione alla peculiarità del territorio Veneto, in difformità dalla zonazione prevista dal protocollo originale che prevede per la Regione Padana tre sole zone ittiche. E’ stato possibile classificare circa l’81% delle stazioni osservate (N=584) considerando la trota fario come specie alloctona; a titolo di confronto con il dato precedente è stato effettuato anche il calcolo dell’ISECI considerando la stessa trota come autoctona; tale  arbitraria assunzione ha peraltro reso possibile calcolare l’indice per un numero di siti maggiori (N=691, 96%). Considerando la trota fario alloctona, la maggior parte dei siti presenta valori di stato ecologico sufficiente (53%) o scarso (35%), mentre sono scarsamente rappresentati gli altri valori di stato ecologico (buono 10%, cattivo 1%). Nel secondo scenario (trota fario autoctona) si verifica un aumento delle stazioni in stato ecologico sufficiente (57%) e buono (16%) e una diminuzione dei siti in scarso stato ecologico (26%), mentre resta invariata la percentuale relativa allo stato ecologico cattivo (1%). Confrontando le stazioni classificabili sia considerando la trota fario come autoctona che come alloctona, si nota un miglioramento complessivo della classificazione dello stato ecologico in tutte le zone, anche se in misura ovviamente maggiore per la Zona Alpina (Miglioramenti di classe di qualità: ZSA: 2 su 4; ZSP: 41 su 97; ZCL: 7 su 61; ZCF: 3 su 322; ZR: 6 su 97). Vengono inoltre presentati confronti con altri indicatori ambientali quali il LIM ed IBE ed analizzate le discordanze/concordanze di classificazione.

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Pubblicato

2017-01-17

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