Pantani Gelsari e Lentini (Sicilia, Italia), potenziale polmone per l’anguilla europea (Anguilla anguilla L., 1758) nel Mediterraneo centrale: una proposta di intervento

Autori

  • Roberto De Pietro Via Messina, 223, Catania
  • Antonino Duchi Via Giordano Bruno, 8, Ragusa

Abstract

Le aree umide costiere risultano tra gli ambienti più produttivi per l’Anguilla europea (Anguilla anguilla L., 1758), specie a elevato rischio di estinzione (CR sensu IUCN), per la cui conservazione e gestione sostenibile, a livello di Unione Europea, è stato emanato uno specifico regolamento (Reg. EC 1100/2007). Purtroppo nelle realtà mediterranee una serie di aree umide sono state bonificate per dare spazio all’agricoltura. Questo è successo storicamente anche in Sicilia. Se per alcuni di questi ambienti un recupero per la fauna ittica è indubbiamente problematico, per altri un ripristino ambientale, del quale potrebbe indubbiamente beneficiare l’anguilla, è ancora possibile. Un esempio è dato dai pantani Gelsari e Lentini; situati lungo la fascia costiera centro-orientale della Sicilia, costituivano la porzione più importante di un vasto sistema di zone umide prima che, nel secolo scorso, si avviassero interventi di “bonifica”, tramite canali di drenaggio e impianti idrovori. Antecedentemente agli interventi, i pantani si presentavano come un’estesa zona umida, nota come il “Pantano di Catania” o il “Pantano di Lentini”, collegata col mare tramite il fiume San Leonardo che li attraversava poco prima di giungere alla foce. Essa era notissima a studiosi e viaggatori, non solo per la strabiliante quantità di avifauna, ma anche per l’attività di pesca nella quale eccelleva, per quantità e qualità, quella all’anguilla. In tempi recenti alcuni disservizi agli impianti idrovori, che ne regimavano artificialmente la superficie inondata e il battente idraulico, hanno comportato una sorta di rinaturalizzazione di queste zone umide, con il recupero di alcune delle caratteristiche strutturali e funzionali ecosistemiche originarie, compresi i numerosi servizi ecosistemici generati. Ciò ha portato al loro inserimento nella ZPS ITA070029  e a proporre l’istituzione di una riserva naturale. La vastità e la diversità degli ambienti presenti, soprattutto nel pantano Lentini, e la loro biodiversità associata, rende sempre più improponibile la prosecuzione degli interventi di eliminazione delle acque e consente di proporre un intervento per ricollegare l’area umida alla zona estuarina del corso d’acqua e, quindi, al  mare. Tale operazione permetterebbe di ripristinare la capacità di colonizzazione naturale di questa zona umida da parte delle specie marine migratrici, come l’anguilla, i cui stadi giovanili (“ceche”) possono rimontare i corsi d’acqua o i canali di marea per penetrare in ambienti lentici costieri, come le lagune costiere salmastre e le zone palustri dulcicole, utilizzate come aree di “nursery” e di accrescimento. Una gestione sostenibile di questa estesa zona umida potrebbe avere un effetto benefico sulla popolazione locale dell’Anguilla europea, ma con un impatto probabilmente più esteso, per la quota di potenziali riproduttori “restituiti”, grazie al recupero di questo habitat di colonizzazione storica della specie.

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Pubblicato

2022-12-20

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