Distribuzione dell’anguilla (Anguilla anguilla) nelle acque interne della provincia di Livorno

Autori

  • Massimo Mecatti Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Biotecnologie agrarie, Sez. Scienze animali
  • Manuela Gualtieri Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Biotecnologie agrarie, Sez. Scienze animali
  • Giovanni Cecchi Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Biotecnologie agrarie, Sez. Scienze animali
  • Katia Gattai Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Biotecnologie agrarie, Sez. Scienze animali

Abstract

Lo stato dello stock dell’anguilla europea, in relazione al superamento dei limiti biologici di sicurezza per cause antropiche e ai fabbisogni di novellame per l’allevamento, ha imposto l’adozione di strategie di gestione per la sua tutela. Con l’adozione del REG. (CE) 1100/2007, che si pone quale obiettivo il ritorno a mare del 40% della biomassa di argentine, anche l’Italia attuerà iniziative appropriate con un Piano Nazionale di Gestione per l’anguilla. Tale necessità, oltre alle misure di tutela da attuare nei confronti della pesca, potrebbe riguardare anche l’identificazione di eventuali aree naturali da tutelare per conservare gli ambienti acquatici in cui l’anguilla vive parte del suo ciclo vitale. Al fine di ampliare le basi conoscitive da mettere a disposizione circa la diffusione dell’anguilla nelle acque interne, sono presentati i risultati ottenuti nei monitoraggi della fauna ittica eseguiti nel territorio provinciale di Livorno per la redazione della Carta ittica, area nota tradizionalmente per la cattura costiera dell’anguilla anche allo stadio migratorio giovanile (ceca). I campionamenti, eseguiti con elettrostorditore, hanno interessato anche corsi minori di I grado (torrenti, fossi, botri, rii) e hanno mostrato ancora una buona diffusione della specie, presente nella maggioranza (70%) delle stazioni. Le lunghezze sono risultate comprese tra 6,5 e 69 cm. Le densità numeriche (da 0,003 a 0,65 /m2) e in peso (da 0,26 a 20,67 g/m2) sono state stimate su 23 stazioni, per la loro influenza sulla differenziazione sessuale metagamica e sul tasso di accrescimento. I valori osservati indicano la necessità di tutelare parte di questi corsi quali habitat di conservazione e reclutamento.

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Pubblicato

2017-01-17

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